INCEPTION di Christopher Nolan Art Healing del giovedì è CINEMA
Inception è un film del 2010 scritto, prodotto e diretto da Christopher Nolan e interpretato da Leonardo DiCaprio, Tom Hardy, Ken Watanabe, Joseph Gordon-Levitt, Ellen Page, Marion Cotillard e Cillian Murphy, con una piccola chicca interpretata da Michael Caine. Film vincitore di 4 premi Oscar 2011 per miglior fotografia, miglior sonoro, miglior montaggio sonoro e migliori effetti speciali.
«Qual è il parassita più resistente? Un’idea. Una singola idea della mente umana può costruire città. Un’idea può trasformare il mondo e riscrivere tutte le regole..»
Dom Copp (L. DiCaprio) ha qualifica speciale: è in grado di inserirsi nei sogni altrui per prelevare i segreti nascosti nel più profondo del subconscio. Viene contattato da Saito, un potentissimo industriale di origine giapponese, il quale gli chiede di tentare l’operazione opposta. Non deve prelevare pensieri celati ma inserire un’idea che si radichi nella mente di una persona. Costui è Robert Fischer Jr. il quale, alla morte dell’anziano e dittatoriale genitore, dovrà convincersi che l’unica cosa che può fare è distruggere l’impero ereditato. Saito avrà allora campo libero. In cambio offrirà a Cobb la possibilità di rientrare negli Stati Uniti dove è ricercato per omicidio. Cobb accetta e si fa affiancare da un team di cui entra a far parte la giovane Ariane, architetto abilissimo nella costruzione di spazi virtuali.
Nolan affronta le dinamiche della psiche nello stato di sonno con la competenza di un esploratore dotato di mappe sconosciute ai più ma anche con la consapevolezza di chi è altrettanto a conoscenza delle alchimie più segrete della macchina-cinema i cui elementi sa distillare con sapienza, cercando anche di evitare il più possibile il ricorso agli effetti speciali. Perché Inception è al contempo una detection, una riflessione sul funzionamento della psiche, un melodramma, un film d’azione. Il tutto inserito nell’ambigua cornice di quella incapacità di distinguere tra apparenza e realtà che è propria di ogni essere umano quando, nel sonno, crea mondi tanto inesistenti quanto assolutamente ‘reali’.
Fino a qui la lettura critica del film che si può facilmente trovare sul web. Come molti film che analizzano la parte più profonda dell’essere umano anche questa pellicola può avere numerose letture. Faremo quindi attenzione ad aspetti diversi a seconda del momento personale che stiamo vivendo.
Una di queste letture può essere quella del mantenersi legati ad un’idea, ad un evento per il senso di colpa che ci lega ad essa.
Cobb non riesce a liberare il proprio inconscio dalla moglie morta per il senso di colpa che prova rispetto al fatto di sentirsi causa della suo suicidio.
Durante tutta la pellicola è lei che tenta come un’ombra di sabotare qualsiasi azione, che da una parte continua incessantemente a ricordare al protagonista quali sono state le sue promesse mancate, che imprigionata negli episodi del passato trascina con sé ogni evento.
Proprio come accade nel film anche nella quotidianità tutte le volte che proviamo un senso di colpa questo comincia a penetrare tutte le esperienze della nostra vita sabotandole, insinuandosi come un virus alle volte palese, alle volte latente ma comunque percepibile come un filtro attraverso il quale tutti gli episodi della nostra vita possono essere letti.
Cosa possiamo fare in questi casi: possiamo arrenderci ad esso e trasformare in vera la realtà che ci propone – magari una realtà fatta di insuccessi, di frustrazioni e disagi con i quali giustificarsi o farlo divenire esperienza e riconoscere l’esistenza della nostra responsabilità nel mantenere vivo il passato, in questo modo potremo accedere ad un nuovo livello di consapevolezza e costruire un futuro diverso sulle basi di essa.
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