INSIEME E’ PIU’ FACILE E’ RUGBY INTEGRATO
Nel week end che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha deciso di dedicare all’autismo ho avuto la possibilità di fare una delle esperienze più belle della mia vita: il RUGBY INTEGRATO.
Cos’è lo spiego prendendo a prestito da un articolo della Gazzetta dello Sport di qualche tempo fa:
|“è rugby vero, giocato su un campo in erba, fatto di passaggi e di placcaggi veri, ed è aperto a tutti, ai “normodotati” e alle persone con disabilità intellettiva e relazionale. Si gioca tutti insieme, e non ci sono caschi o maglie di diverso colore per segnalare le categorie “protette”. Non servono. Tutto è affidato al buon senso delle persone. “Di solito in una squadra ci sono otto facilitatori e sette diversamente abili – spiega Enrico Colzani, presidente del Chivasso rugby, una delle anime del progetto -, ma se la squadra avversaria ha proporzioni diverse, ci si adegua. I normodotati sono i catalizzatori del gioco, sono loro ad abbassare o alzare l’intensità a seconda di chi ha la palla in mano, delle sue competenze. Non esistono comportamenti codificati e non esistono regole diverse da quelle del rugby. Un facilitatore può anche scartare sette ragazzi diversamente abili e andare in meta, sta a lui capire quanto questo abbia senso o no. Il facilitatore tiene conto dello stato mentale del facilitato e si crea un’empatia grazie alla quale tutti si sentono parte di qualcosa. Sta agli arbitri, poi, lasciare andare magari un “in avanti” per favorire la fluidità del gioco o fermare un’azione se l’intensità sta diventando troppo pesante per alcuni”.|
Che il rugby sia una metafora meravigliosa della vita per me è evidente da sempre. Sono nata in una delle patrie italiane del rugby, ho vissuto la prima partita quando avevo circa 3 anni, i miei figli giocano entrambi questo sport da quando ne avevano 7, ma l’esperienza di integrazione vissuta ieri per me è dà ancora più senso ad uno sport che in alcune zone di Italia si sta conoscendo solo negli ultimi anni, uno sport verso il quale i genitori hanno ancora molte remore.
Si, è uno sport di contatto, ma è uno sport in cui l’avversario lo vedi da davanti, non ti farà mai lo sgambetto da dietro. La lealtà è nelle regole!
E’ uno sport in cui ciascuna fisicità ha un ruolo fondamentale e specifico: a nessuno verrebbe in mente di mettere come pilone in mischia uno smilzo o viceversa.
Da uno sport dove la parola sostegnoè uno dei fondamentali del gioco non può che arrivare la giusta energia e l’immediato utilizzo all’interno di esperienze che sono qualcosa in più di un’attività riabilitativa.
Per capire fino in fondo ecco un link per scoprire come i partecipanti vivono questa esperienza https://youtu.be/mJwnCp-3wXQ.
Questo è lo spirito con cui io vivo due volte al mese l’esperienza di “INSIEME E’ PIU’ FACILE – Laboratorio di crescita personale” in cui sono facilitatore dal 2013. Un laboratorio il cui spirito è di servizio a chi partecipa, in cui tutti si mettono in discussione e si metto a disposizione dell’altro per sostenersi, in cui si raccoglie denaro da devolvere in beneficenza scegliendo direttamente come partecipante a chi donare.
La partecipazione è aperta e libera, richiede una tua mail di adesione o una telefonata per poter organizzare al meglio la sala.
I riferimenti sono antonella@spiritualcoachingacademy.ite 3316084191 per Pesaro, ma INSIEME E’ PIU’ FACILE è anche a Corte Franca (BS) con Lucia Merico luciamerico@spiritualcoach.it +393298222371, Spresiano (TV) con Roberta Marzola info@robertamarzola.it – +393204103951 e a Castiglione d/Stiv. (Mn) con Sabrina Zorzi al 366 3810159 Sabrina oppure presso Equilibrio Benessere 340 5833717
Motto del giorno: Insieme è più facile
www.antonellacasazza.com