La metamorfosi
Si, questo è l’Arcano Senza Nome, il numero XIII.
La tradizione lo presenta come “la morte” e quindi quando viene estratto questo Arcano la paura spesso si impadronisce di chi consulta.
Ma può essere la fine di tutto un essere color carne? Solo le ossa a terra sono bianche, morte e comunque anche una di esse si presenta come uno strumento, un flauto pronto a riprendere vita attraverso la musica.
Come la Loba della tradizione: la vecchia che vive in un luogo nascosto che tutti conoscono ma pochi hanno visto che raccoglie ossa fino ad avere scheletri completi – di animali, di persone – per poi cantare su di esse e dare loro nuova vita ecco che le sembra andare nella stessa direzione l’interpretazione della terra nera come terreno grasso e ricco, un suolo da cui stanno nascendo regine e re, come loto dal fango.
La nuova vita a cui aspira questa carta è una vita più consapevole, una vita in cui si sono lasciati a terra i propri limiti, ciò che si è accumulato e che non ha senso di portare con sé nel nuovo modo di realizzarsi.
Nel momento in cui viene estratta questa carta può comunque portare a rabbia, aggressività: la metamorfosi non è indolore ma come ogni fine è l’inizio di qualcosa di nuovo.
Magari proprio questo è il passaggio necessario per il raggiungimento di quello che si è chiesto senza che fino a questo momento si fosse espresso verbalmente.
Motto del giorno: Ogni giorno rinasco a nuova vita.
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