NOI E LA VITA, LA NATURA E LA RESILIENZA
Riprendere a scrivere dopo un così lungo periodo non è facile e molte sono le domande che mi sono fatta: “Su cosa scriverò?” “Sarò banale?” “Dovrò giustificare questa lunga assenza?”
Ho deciso che per il momento sia utile riprendere da dove ci siamo lasciate/i per poi incontrare le vicende che in questo anno sono accadute mano a mano che saranno utili ad una riflessione e crescita comune, se lo saranno.
Quanto è accaduto nelle ultime vicende relativamente agli eventi atmosferici che hanno sconvolto l’Italia, e in particolare il Veneto dove vivono molti dei miei affetti più cari mi hanno fatto riflettere sul concetto di resilienza.
La Natura ha donato a tutto ciò che è vivo, il mondo intero, l’esperienza della resilienza attraverso il ciclo continuo di vita/morte/vita. Si tratta solamente di accorgersene!
Dal mondo della Natura, dalla flora, dalla fauna, dal territorio noi possiamo davvero – osservando con attenzione e facendo nostro – apprendere come tutto è messo alla prova attraverso esperienze negative, talvolta improvvise e tutto si risolleva dandosi tempo. Tempo che spesso è minore di quel che si crede: penso alla rinascita del sottobosco dopo un incendio. In alcune occasioni la rinascita avviene attraverso una semplice deviazione dal percorso che sembra più normale: basta osservare come i rami cambino direzione quando trovano un ostacolo diventando alberi magnifici di cui ammiriamo le forme o come la vita di un territorio si riorganizza silenziosamente, immediatamente e senza sosta, dopo quello che consideriamo una catastrofe.
È l’uomo ad essere più in difficoltà in tutto questo, l’uomo che si oppone ad ogni prova che la vita dà come se tutto ciò che è cambiamento non lo riguardasse, non gli appartenesse.
“Non è la più forte delle specie che sopravvive,
né la più intelligente
ma quella più reattiva ai cambiamenti.”
CHARLES ROBERT DARWIN
Come re-agiamo di fronte alle difficoltà?
Sicuramente con la sofferenza, ed è l’emozione più immediata e comune. Forse poi facciamo accompagnare questa sofferenza dalla disperazione, dal lamento, da suppliche di aiuto, dalla ricerca di un colpevole da accusare.
Non che tutto questo sia sbagliato; non c’è in assoluto mai un modo giusto e uno sbagliato di vivere le situazioni per quel che mi riguarda.
Le domande più utili che ho imparato a rivolgermi e che rivolgo a te ora sono:
- quanto tempo resto/i nella sofferenza prima di agire?
- quanto tempo trascorre prima che, come la Natura insegna, comincio/i a costruire una/un nuova/o me, diversa/o, più consapevole, più grande?
Questo è un punto di partenza, non è il punto di arrivo.
UNA NUOVA PARTENZA!
E in ogni nuovo inizio – prendendo sempre la Natura come massima esperta nel ciclo vita/morte/vita, si parte con quel che c’è, con le risorse che si hanno a disposizione nella situazione attuale: un ostacolo su cui appoggiarsi e risollevarsi, un terreno ricco di limo per nuovi raccolti, uno spazio liberato da un bosco per far guardare lontano e far crescere nuove piante.
Se questa è la situazione in cui ti trovi ora inizia con il farti ispirare da ciò che vedi/senti/ascolti attorno a te nella Natura, fai una foto della situazione in cui sei ora: il bello, il brutto, su quali risorse puoi fare affidamento anche se fosse solo il tuo respiro… e se vuoi puoi anche scrivermi a antonella@antonellacasazza.com
www.antonellacasazza.com