TRAUMA E CONDANNA
Ogni donna, ogni uomo sulla Terra hanno subito traumi. Sei d’accordo?
Almeno il trauma della nascita, no?
Certo non si può considerare una passeggiata l’attraversare con tutto il corpo il corridoio stretto dell’utero: è sconvolgente e doloroso per la madre e per il figlio.
Quella della nascita, è l’esempio di un’esperienza che segna fortemente la vita di ciascuno individuo, ma come tutti i traumi non è una condanna.
Ogni trauma può essere trasformato e diventare un punto di partenza per una nuova esperienza: quale miglior esempio se non la nascita per esprimere questo concetto di nuovo inizio.
La scelta di come affrontare la nuova situazione nella quale ci veniamo a trovare dopo un’esperienza negativa è tutta nelle nostre mani.
Quando siamo colpiti da un trauma per quanto piccolo possa apparire all’esterno per noi può essere immenso e sconvolgente, possiamo provare un vero e proprio lutto nei confronti della situazione precedente nella quale ci trovavamo, e come un lutto possiamo scegliere se elaborarlo per superarlo e trasformarlo o viverci dentro per tutto il resto della nostra vita.
Molte sono le persone che vissuto qualcosa di traumatico cominciano a considerare la nuova situazione come senza rimedio, come una condanna nella quale non è prevista la fine della pena, mentre la bellezza della vita è che è sempre possibile trasformare in esperienza fruttuosa qualsiasi situazione.
Un esempio è Alex Zanardi, e molti sono gli esempi sotto gli occhi di tutti presenti quotidianamente sui media, ma molti di più ancora sono i protagonisti silenziosi di questa capacità trasformativa che l’uomo ha e che in altri termini può essere chiamata resilienza: la capacità di “rialzarsi più forti di prima” utilizzando l’esperienza come crescita.
Tra i fattori che aiutano a sviluppare la capacità di ciascuno di sviluppare resilienza e trasformare i traumi non in una condanna ma in un momento di sviluppo personale ci sono sicuramente aspetti quali:
- l’autostima: essere autocritici verso se stessi porta a restare più a lungo nel dolore;
- le emozioni positive: cioè l’essere in grado di focalizzarsi su ciò che c’è e non su quello che manca;
- la capacitàdi ciascuno di cogliere sfide, di farsi coinvolgere nelle situazioni e quindi impegnarsi in esse;
- importante può essere anche quello che è chiamato il supporto sociale: quell’aiuto e sostegno esterno che non sempre si è disposti ad accettare o chiedere ma che diventa fondamentale per potersi liberare dalla sofferenza trasformandola in positivo.
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