ASCOLTARE
Costantemente comunichiamo con gli altri, con noi stessi tramite le parole, i nostri comportamenti, gli atteggiamenti, i pensieri che in qualche modo trasmettono all’esterno quello che succede all’interno attraverso la nostra fisiologia. Questo è così vero che un assioma della comunicazione recita il fatto che non si possa non comunicare.
Comunicare con consapevolezza è una cosa diversa: richiede uno sforzo tutto particolare, alle volte una fatica che dobbiamo essere disposti a fare se vogliamo farci comprendere da chi ci sta di fronte o se vogliamo che i nostri pensieri siano rivolti, il più possibile, verso ciò che vogliamo.
Partendo da questa necessità di consapevolezza nasce una domanda: nel nostro comunicare con gli altri siamo attenti e in ascolto con la volontà di comprenderli o ci manteniamo sulla necessità di difenderci – da chi sa quali attacchi – e ci prepariamo continuamente a rispondere a ciò che dice chi sta di fronte a noi?
E’ solo un momento quello che fa la differenza tra l’ascolto e l’attacco. Lo si può distinguere ponendo attenzione ai propri pensieri quando l’altro parla o quando si legge una email, per esempio: quanto tempo passa prima che cominci a preparare la risposta da dare all’altro?
Se non immagini cosa succeda ricorda la tua ultima conversazione ieri sera, nel suo esordio: immagina di poter rallentare il tempo e ricorda cosa è accaduto nella tua mente, quando è partito il dialogo interno per preparare la risposta a quello che ti stavano dicendo.
Quanto tempo nelle conversazioni è impiegato nella difesa delle proprie posizioni?
Spesso quello che accade è che non vogliamo metterci in una posizione di apertura verso nuovi punti di vista, verso un reale ascolto per trovare soluzioni o confronti, ma si vuole semplicemente aver ragione e così si sentono solamente le prime parole di quello che gli altri dicono per prepararsi le risposte e andare alla difesa delle proprie posizioni.
Quanto è utile nei rapporti questo atteggiamento? Pochissimo.
Il nostro modo di pensare, di vivere il mondo e le situazioni è inevitabilmente diverso da quello di chi ci sta di fronte e con questo comportamento spesso quello che si ottiene è la chiusura e non la crescita delle relazioni.
Quante volte si ha l’impressione che l’altro non abbia proprio sentito una parola di quello che abbiamo detto? Beh è quello che anche l’altro pensa di noi.
Alla prossima conversazione, anche con te stesso, ferma i tuoi pensieri, resta in ascolto, rallenta. Non è una gara a chi risponde prima e se l’altro ti chiede cosa succede digli che stai pensando, che gli stai dedicando tutta la tua attenzione, lo stai ascoltando.
Ci saranno occasioni in cui scoprirai che, con diverse parole, stavate pensando la stessa cosa. 😉
Motto del giorno: L’ascolto richiede tempo e silenzio.
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