Il risveglio non è un interruttore
Se dentro di noi sentiamo esistere una notte densa e scura, che ormai dura da una vita, possiamo scegliere di accendere una luce.
La luce della consapevolezza e della scoperta di quale parte del nostra essenza abbiamo dimenticato.
Questa luce potrà essere flebile all’inizio, potrà far male perché non ci si è abituati, ma è il risveglio interiore e profondo che porta a sciogliere l’identificazione con una parte di sé non autentica, mutuata dall’aver scelto di accettare schemi, valori che non ci appartengono ma che altri hanno proposto e noi inconsapevolmente abbiamo accolto.
Una certezza che dobbiamo tenere nel cuore è che coloro che ci “hanno imposto” i modelli a cui ci siamo adeguati si sono mossi partendo da ottime intenzioni, ma le ottime intenzioni messe insieme alla inconsapevolezza sono dannose e pericolose.
Ulteriore punto certo è che, pur essendo bellissima l’idea di poter accendere la luce in noi come fossimo una stanza con l’interruttore questo nella maggioranza dei casi non è possibile: il lavoro non è immediato anche se il cambio di prospettiva può esserlo.
Il fatto che non sia immediato è di vero aiuto: la maggior parte di noi non potrebbe reggere un cambiamento totale improvviso e tornerebbe a spegnere quella luce.
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