IL TEMPO DELL’OZIO
Molti anni fa il direttore della struttura presso cui lavoravo regalò a tutti i dipendenti un piccolo libro del sociologo Domenico De Masi, il cui titolo è “L’ozio creativo”.
Era la Pasqua del 1996 e da molti questo omaggio fu considerato una provocazione: durante le vacanze si veniva spronati a continuare a mantenere la propria attenzione sugli stimoli e sulle possibili idee che potevano arrivare per migliorare l’offerta aziendale?!?
Da allora ho preso in mano quel libro più volte e vi ho trovato numerosi livelli di lettura e spunti sia in ambito personale che professionale, sia per coloro che si rivolgono a me con l’obiettivo di vivere al meglio la propria vita.
Mi piace oggi riprendere in mano l’argomento e proporre in un post una riflessione sull’ozio e sulla sua capacità rigenerativa proprio quando la società sembra sempre più richiedere: efficienza, focalizzazione, di riempire qualsiasi momento vuoto delle nostre giornate, e non solo delle nostre ma anche quelle dei nostri figli o di chi ci sta vicino.
Lo stimolo a tutto questo mi è venuto da un incontro con una donna meravigliosa, un’amica che ringrazio e che mi ha confidato di essersi posta come proposito per il nuovo anno il prendersi del tempo per sé, uno spazio da cui tener lontano famiglia, figli, obblighi verso altri.
In effetti quanto tempo riusciamo a dedicare all’ozio inteso come otium? Conosci il significato originale di questa parola?
In origine otium identificava non i momenti di accidia ma il tempo che veniva dedicato allo studio, alla meditazione, alle riflessioni intellettuali, alla creatività.
Ecco che, tenendo stretta questa visione primitiva, l’ozio acquista non solo una connotazione positiva ma anche rigenerativa sia della nostra mente che del nostro spirito.
Non mi sembra un uomo libero quello che non ozia di tanto in tanto.
(Cicerone)
(Cicerone)
Come possiamo, allora, con i ritmi che ci sono stati imposti e che abbiamo accettato, vivere una vita in cui riuscire a ricaricare le nostre personali batterie e ritrovare la nostra essenza e la nostra vitalità?
Non essendo più abituati a considerare il tempo dell’ozio come tempo indispensabile per la nostra salute ma avendo acquisito ormai da secoli una connotazione negativa è necessario fare piccoli passi per reinserire nelle nostre abitudiniquesto tempo per noi senza essere richiamati verso la continua attività dai nostri sensi di colpa o di chi si sente, più o meno consapevolmente, trascurato.
Si può cominciare con il creare uno spaziodove poterci dedicare a noi stessi fisico o temporale, uno spazio intoccabile. Per quanto riguarda il tempo – che all’inizio sembra “tiranno” – basta anche solo un quarto d’ora in cui dedicarsi a se stessi, al nulla, alla meditazione, a un hobby, alla scrittura di un diario.
Nell’ozio, nei sogni, la verità sommersa viene qualche volta a galla.
(Virginia Woolf)
(Virginia Woolf)
All’inizio potrebbe essere utile alzarsi qualche minuto prima al mattino o andare a letto un po’ più tardi la sera quando tutta la casa è immersa nel silenzio e nessuno ci può disturbare nel nostro ozio creativo e poi… prova, sperimenta e se vuoi condividi o scrivimi in privato cosa accade.
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