LA CREATIVITA’ SACRA
Che la creatività sia un fatto profondamente femminile è assodato. Anche gli uomini, quando creano accedono certamente alla loro Anima lasciando tacere l’Animus.
Quello che noi donne facciamo sempre più è inquinare la nostra creatività fino a farla morire.
Distruggiamo il nostro femminino in mille modi diversi: ci occupiamo di cose che non ci appassionano, che non amiamo e lo facciamo in nome delle convenzioni, del poter acquisire potere o cose materiali.
Nel mondo attuale ogni volta che la donna sente dentro di sé crescere idee che possono alimentare in modo duraturo l’anima trova di fronte a sé muri di convenzioni sociali, di convinzioni limitanti, alle volte è proprio il dialogo interiore che le dice quanto poco può essere apprezzato quello che fa o quanto questo è inutile.
Questo è un continuo tentativo di uccisione dell’aspetto più sacro della femminilità: la creatività!
Certo non è che la nostra creatività si manifesti sempre nel mondo esterno: è necessario attraversare, come le stagioni e come la nostra ciclicità ci insegna periodi di semina, di cura dell’ispirazione, di organizzazione delle idee, di cura della parte sotterranea della nostra anima per poi arrivare alla preparazione, alla perseveranza per la realizzazione, la attuazione concreta delle idee creative, ecc.
Quando siamo in questa fase c’è in noi un’eccitazione, uno stimolo interiore che ci dà energia anche se ancora nulla è concreto, sentiamo tutto in divenire. Se invece dentro di noi sentiamo devastazione e vuoto, disperazione la nostra creatività sta morendo, non la stiamo nutrendo e quindi dobbiamo andare ai ripari velocemente.
Come possiamo recuperare la nostra creatività, ricominciare a sentirla, utilizzarla?
Certo non è rinnegando ciò che abbiamo fatto fino ad oggi, ma ripulendolo, scoprendone le origini.
Una delle modalità è quella di cominciare a non sminuirsi, accettare i complimenti quando arrivano, lasciare che gli altri ci apprezzino senza immediatamente smorzare il fuoco schernendoci.
E’ questa una cosa che anche io ho imparato con il tempo e con molta fatica, ancora oggi qualche volta rischio di cadere in tutto questo gioco se non mantengo alta la mia consapevolezza. Frase tipica della mia infanzia è stata “Chi si loda si imbroda” e io ho allargato tutto questo a qualsiasi complimento mi fosse rivolto, ho creato dentro di me una voce che continuava a dirmi che qualunque mia idea o capacità creativa non valeva a sufficienza.
Solo nel tempo, con un processo di ricerca interiore che ancora va avanti e che credo non finirà mai sono riuscita a smantellare le convinzioni che mi limitavano, che mi portavano verso un lavoro che sentivo soffocante. Ora le cose sono diverse, anche se sempre working progress: ho scelto un lavoro che amo, i miei talenti si possono esprimere e costantemente trovo modi per esprimere la mia creatività nel quotidiano in famiglia, con le amicizie, nelle relazioni lavorative e non.
Ri-scopri anche tu il tuo essere creativa nel mondo.
Motto: Lascia che la tua creatività venga apprezzata, questo libererà le tue energie.
www.antonellacasazza.com