Parole e emozioni
Ogni emozione è una cartina tornasole del nostro benessere, del nostro modo di vivere le situazioni, del fatto che quanto stiamo agendo o, ancor prima, decidendo in sintonia con noi stessi o meno.
Le emozioni nascono non solo dagli eventi, ma anche dalle parole che pronunciamo o semplicemente pensiamo e sono reazioni istantanee, non consce e possono essere legate a eventi passati, o a significati ereditati o ancora da significati collettivi.
Più una parola ci emoziona, più ci vincola nelle nostre decisioni sia in positivo che in negativo.
La cosa fantastica è che possiamo imparare a riconoscerle e quindi usarle invece che ignorarle in nome della logica. Purtroppo molti di noi non sanno come riconoscerle e non conoscono il significato che esse hanno per sé stessi. E’ necessario essere attenti e in alcuni casi rallentare la velocità con cui facciamo attenzione a ciò che ci accade perché sono velocissime sia nel comparire che scomparire.
Le interferenze relative alla comprensione delle emozioni possono essere numerose e in particolare sono potenti quelle date dalle esperienze del passato che possono così influenzare le nostre decisioni future.
Compiere il passo di cogliere il legame tra parole e emozioni consente di fare un passaggio importante verso la consapevolezza e la scelta consapevole della vita che vogliamo vivere.
Mi piace pensare alla possibilità di cominciare ad accedere alle emozioni più potenzianti volontariamente scegliendo consapevolmente le parole che usiamo, conoscendone il significato sia da vocabolario, ma soprattutto il significato che esse hanno per noi e le emozioni che ci suscitano.
Un esempio di tutto questo è l’uso dell’augurio “In bocca al lupo!”, a cui molti per tradizione rispondo “Crepi!”.
Questa risposta ha sempre suscitato in me un certo che di disagio fino a quando ho scoperto l’origine dell’augurio che non è assolutamente quella legata all’idea del pericolo e della cattiveria del lupo, anzi è collegato al fatto che essere in bocca al lupo indica il posto più sicuro in cui si può stare, è legato all’amore della madre-lupo che prende con la sua bocca i propri cuccioli per portarli da una tana all’altra, per proteggerli dai pericoli esterni.
Conoscendo tutto questo la risposta migliore ad un “In bocca al lupo!” per me è diventata “Viva il lupo!” o un semplice “Grazie!”.
Conoscendo tutto questo la risposta migliore ad un “In bocca al lupo!” per me è diventata “Viva il lupo!” o un semplice “Grazie!”.
Quanto ci sentiamo a disagio nel sentir pronunciare una parola, o semplicemente pensarla è utile conoscerne l’origine, recuperare l’uso che noi ne abbiamo fatto o che se ne è fatto nella nostra famiglia, cominciare a dare un nome all’emozione che proviamo e riconoscere il potere che essa ha su di noi e sul nostro operare e se continuare ad usare quella parola che ci toglie energia o utilizzarne un’altra più potenziante.
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