BLUE MONDAY: come ci facciamo condizionare
Si sta avvicinando il “terribile” BLUE MONDAY, ossia il lunedì blu, quello che viene definito nel nostro emisfero il giorno più triste e deprimente dell’anno.
Questa data simbolica è stata attribuita nel 2005 a Cliff Arnall, psicologo presso l’Università di Cardiff ed è nata da un calcolo matematico che mette insieme: condizioni atmosferiche, debiti, denaro mensile disponibile, tempo trascorso dal Natale, tempo trascorso dal fallimento dei propositi per il nuovo anno, livelli motivazionali bassi, sensazione di una necessità di agire.
Anche se il mondo scientifico ha preso le distanzeda questo calcolo soprattutto la società anglosassone lo ha preso sul serio e le statistiche mostrano, in questa data, un incremento di assenze dal posto di lavoro.
Purtroppo l’attenzione a questa giornata sembra prendere sempre più piede anche in Italia nei social network, nei programmi televisivi e in generale nei media dove l’anno scorso, in questi giorni, molti si sono scatenati con post drammatici, articoli e interviste. Se si fa una veloce ricerca su Google i risultati sono sconcertanti: digitando “Blue Monday 2018” sono circa 1.850.000.000, mentre per il 2019 sono circa 1.910.000.000!!!
Cosa ci accade?
Ci facciamo condizionare da “ciò che si dice” senza approfondire, soprattutto se si tratta di notizie diffuse dai social dove le informazioni viaggiano velocissimamente. Hai notato quanti sono i post errati o le catene che arrivano senza fondamento o che si riferiscono ad un evento in un periodo completamente sbagliato? A me, per esempio, la scorsa settimana più persone hanno mandato un invito ad aderire a una iniziativa di condivisione sulla mia bacheca relativa alla settimana della prevenzione per il cancro al seno, settimana che si svolge in ottobre.
Ci facciamo dominare dalle abitudini e dai modi di dire: il lunedì è in generale considerato il giorno peggiore della settimana da molti, a meno di non svolgere un lavoro che si ama alla follia e le statistiche sugli infortuni sui luoghi di lavoro e sulle assenze confermano questa convinzione.
Si fa confusione sui termini: si mettono insieme tristezza e depressione come se fossero la stessa cosa, mentre la realtà è ben diversa. La realtà è che nel mondo le donne soffrono statisticamente più degli uomini di disturbi depressivi, le cause di tutto questo sono varie e ormai identificate sia in termini fisici (fattori neuroendocrini) che psicosociali.
La tristezza è un’emozione mentre la depressione è una malattia e come tale ha necessità di essere affrontata.
Il Blue Monday è un fenomeno costruito a tavolino dal quale, per me, è necessario prendere le distanze.
Come contrastare il Blue Monday?
Innanzitutto, dopo aver fatto un po’ di chiarezza sulla sua nascita e sui nostri comportamenti è necessario non farsi coinvolgere da un fenomeno poco scientifico, molto mediatico anche se sta creando effetti concreti (vedi le giornate di assenza dal lavoro in Gran Bretagna, come ho scritto sopra).
Se, comunque, in questi giorni un po’ uggiosi di gennaio ti senti triste puoi facilitare un cambio d’umore con gesti concreti:
- vestiti con colori vivaci;
- ascolta musica che ti dia la carica;
- fai una bella chiacchierata con una persona allegra;
- fai una bella passeggiata nella natura;
- mangia cibo di diversi colori;
- fatti una coccola, un piccolo regalo.
www.antonellacasazza.com