MURO O MULINO
Ogni giorno abbiamo modo di sentir parlare di cambiamento. Ne leggiamo sui social, lo vediamo rappresentato nella pubblicità, i media ne discorrono continuamente. E la cosa si sta diffondendo.
Si parla di società liquida, di situazioni instabili, di necessità di cavalcare l’onda e del fatto che l’immobilità sia una delle cause principali di morte delle aziende, di disoccupazione, di disagio personale.
Si parla, si parla, si parla ma in realtà cosa si fa per cambiare?
Quali risorse possiamo mettere in campo per produrre cambiamento? …e poi vogliamo davvero cambiare?
Per l’essere umano cambiare, crescere, evolvere è una delle cose più difficili da fare perché tutto quello che facciamo sin dalla nascita è emulare, modellare quello che c’è già. Apprendiamo principalmente da ciò che vediamo e sentiamo attorno a noi più che sperimentare cose nuove e usare la nostra immaginazione per creare qualcosa di ancora sconosciuto, per osare davvero.
Il cambiamento, quello vero, quello che mette in discussione le nostre credenze, lo status quo in cui siamo cresciuti, l’idea di una vita “standard”, del “si è sempre fatto così” è contrastato, è un rischio che pochi sono disposti a correre senza esservi costretti, eppure nulla è uguale mai a se stesso.
“Nessun uomo entra mai due volte nello stesso fiume,
perché il fiume non è mai lo stesso, ed egli non è lo stesso uomo.”
perché il fiume non è mai lo stesso, ed egli non è lo stesso uomo.”
ERACLITO
Il nostro corpo, la natura, le emozioni, i sistemi con cui si producono beni e si erogano servizi, il modo con cui trascorriamo la vita su questo meraviglioso pianeta cambiano e lo fanno sempre più velocemente.
Una formatrice e amica citando un proverbio cinese dice una frase che vi ripropongo:
“Quando soffia il vento del cambiamento volete essere mulini a vento o muri?”
In effetti a parole molti sostengono di voler essere mulini ma nei fatti diventano muri.
Lo possiamo divenire tutti e lo facciamo tutte le volte che non siamo disposti a introdurre nuove attività nelle nostre routine, quando ci rifiutiamo di fare ciò che ci viene richiesto perché pensiamo non ci competa, quando non ci fermiamo a pensare prima di agire, quando ci lamentiamo del passato e non cerchiamo nuovi punti di vista.
Ogni cambiamento è un rischio.
Siamo nati nel rischio: la nascita, il nostro primo atto di vita, è tra gli atti più rischiosi che ciascuno agisce e non è rischioso solo per noi ma anche per la madre che partorisce, ma nessuno dei due, in quel momento, rinuncerebbe a quell’esperienza. In fondo si tratta solo di ricordarsene!
Per stare nel cambiamento, viverlo con più serenità e accoglierlo – diventare mulini, insomma – può essere utile inserire ogni giorno qualcosa che non si ha mai fatto e farlo per un tempo limitato, è un piccolo esercizio ma molto potente i cui effetti vi potranno sorprendere.
È quello che accade, per esempio, nel libro di Chiara Gamberale “Per dieci minuti”, che consiglio.
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