MULTITASKING O FOCUS-BASED?
Quante cose si fanno contemporaneamente? Guarda quante sono le pagine aperte sul tuo browser in questo momento o quante sono le attività che al mattino metti nella tua lista di cose da fare, o rifletti su a quante altre cose pensi o di quante cose cerchi di occuparti contemporaneamente quando sei impegnato in una qualsiasi occupazione.
Sì, in generale ci consideriamo multitasking, in grado non solo di fare più cose contemporaneamente ma anche di tenerle sotto controllo.
È vero che per le donne è più facile avere una visione generale di cosa stai accadendo, sia al lavoro che a livello personale, e quindi sembra che il multitasking sia naturale mentre per gli uomini in generale è più semplice restare focalizzati su di un obiettivo singolo. Cosa è meglio o peggio?
Nulla è meglio o peggio è solo diverso, e per fortuna dico io!
Sono consapevole che si tratti di una generalizzazione e quindi qualcuno potrebbe obiettare: “Non è vero quello che scrivi, io sono donna eppure punto sempre al mio obiettivo, senza distrazioni!” e qualche uomo potrebbe dire benissimo il contrario. Ugualmente ritengo che ci sia del vero nel fatto che le donne hanno la tendenza a mettere “molta carne sul fuoco”.
Nella preistoria le donne erano incaricate di raccogliere bacche e frutti, potevano cacciare anche piccoli roditori mentre gli uomini erano occupati in battute di caccia più grandi, rischiose non solo per la vita dei cacciatori ma anche perché potevano finire senza che alcuna preda fosse uccisa. Nella società moderna alle donne è richiesto di occuparsi della cura dei famigliari, della casa. Si chiede loro di continuare a farlo anche se il loro desiderio è di vivere la propria realizzazione attraverso il lavoro.
Ora il multitasking sembra stia diventando una consuetudine che riguarda tutti, soprattutto grazie alle nuove tecnologie che ci consentono di lavorare su più fronti contemporaneamente, ma…
C’è un ma.
Quante energie investiamo nel multitasking? Sono tutte energie utilizzate al meglio o alla fine della giornata ci sentiamo come vasi vuoti e vorremmo che il mondo ci venisse incontro senza chiederci di fare assolutamente nulla?
Credo sia indispensabile partire dal conoscere se stessi, le proprie forze, la propria zona di confort: cosa facciamo abitualmente e cosa no per trovare il nostro equilibrio tra le mille attività giornaliere da concludere, come esploriamo la nostra natura, cosa facciamo per mantenere alte le nostre energie e il nostro benessere?
Non sono d’accordo con le ricerche che dicono che il nostro cervello vive meglio facendo una cosa per volta. Sono convinta che in questo modo di prenda in considerazione solo un emisfero: quello logico-razionale, mentre ci si dimentica di quello creativo, dell’artista che riesce a lavorare su più livelli contemporaneamente.
Ci sono comunque piccoli accorgimenti che ci possono aiutare se vogliamo una giornata con tanti segni di spunta nella lista delle attività da concludere.
Eccone alcuni:
- Imparare a costruire la giornata facendo attenzione ad inserire vicino ai tanti obblighi anche cose piacevoli, che ci appagano.
- Gratificarsi, anche con qualcosa di piccolo e di breve durata, una volta concluso un compito.
- Cominciare dall’attività più importante e urgente.
- Mantenere poche icone sul Desktop e poche finestre aperte nel pc.
- Dare diverse priorità al sistema di relazione. In ordine di urgenza: incontri di persona, telefonate, messaggi, email. (Fate attenzione a comunicare questa nuova modalità di interagire, ci sono persone che cominciano a tampinarvi se non rispondete entro sessanta secondi dal ricevimento della email o dell’invio del messaggio.)
- Imparare ad utilizzare le mappe mentali.
Non si tratta di mettere in pratica tutti i punti e/o tutti insieme, piuttosto di valutare se ce n’è uno che piace di più e sperimentarlo almeno per tre settimane.
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