Sogno o realtà
“Certe volte non scatto, se mi piace il momento, piace a me, a me soltanto, non amo avere la distrazione dell’obbiettivo, voglio solo restarci dentro.”
I sogni segreti di Walter Mitty
L’inverno scorso durante un viaggio all’estero “I sogni segreti di Walter Mitty” era tra i film disponibili per la visione in aereo.
Non riuscii a vederlo tutto: viaggio corto, difficoltà nelle modalità di visione… ci ho riso su, ma mi aveva incuriosita.
Non guardo molto la tv e non avevo visto trailers, né ne avevo sentito parlare. Così, tornata a casa, l’ho cercato e, come spesso succede, durante la cena abbiamo cominciato a seguirlo tutti insieme in famiglia.
La storia è quella, appunto, di Walter Mitty, un impiegato della rivista Life che sogna continuamente a occhi aperti, pur non trovando mai il coraggio per prendere in mano la propria vita.
A scuoterlo dal suo torpore arrivano due notizie: da un lato, l’imminente chiusura della versione cartacea del magazine, col conseguente licenziamento di molti impiegati; dall’altro, l’invio da parte del fotografo di punta di un negativo fondamentale, destinato a diventare la copertina dell’ultimo numero in edicola, negativo che però Mitty perde.
Da qui partono una serie di avventure che portano il protagonista finalmente a prendere in mano la propria vita e ad esserne protagonista.
Non è necessario vivere le avventure di Mitty, anche se è un film che consiglio volentieri, ma continuare a sognare ad occhi aperti senza agire verso la realizzazione di sé, dei propri sogni o aspettare il momento giusto porta ad una serie di frustrazioni.
Queste si possono manifestare alle volte in modo palese: come un vulcano che esplode all’improvviso, magari nei tempi più inopportuni; o più spesso in modi sottili che a lungo andare portano ad una cronicità di amarezza, ad una leggera e continua sofferenza.
Conosco bene entrambe le situazioni.
E’ stata questa una modalità che ho seguito negli anni: ho accettato un lavoro a 250 km dalla mia città, mi sono licenziata senza avere un nuovo posto di lavoro, ho sofferto a lungo in silenzio fino a consumarmi nel fisico prima di imparare che la felicità la si costruisce ogni giorno realizzando quello che si ha dentro anche nelle piccole cose che poi diventano grandi.
Si può disegnare quando da piccoli ti hanno detto che non sei portato ma continui a comprare colori e incantarti di fronte al materiale per dipingere.
Svegliarsi all’alba per godere dell’alba camminando nel verde ed essere pronta per l’ora di colazione dei tuoi figli.
Amare studiare e creare un lavoro la cui base siano il continuo miglioramento, studio e ricerca e condividere con gli altri tutto questo.
Perché nel mondo più le persone stanno bene con sé stesse e sono felici, più il mondo è in salute ed è un posto meraviglioso dove vivere.
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