Sport, Vita ed Eccellenza
Il periodo di Olimpiadi è un periodo in cui si resta come sospesi, affascinati da sport dei quali non si era a conoscenza dell’esistenza o quasi: i cosiddetti sport minori.
Sono questi sport che alle volte più di quelli conosciuti e seguiti costantemente nel tempo mostrano più facilmente le qualità umane degli atleti.
Mostrano l’amore e la passione verso discipline che spesso non sono altamente remunerative eppure muovono il cuore e la volontà di chi le pratica.
Lo sport si presta bene ad essere metafora della vita e nel caso delle olimpiadi si ha solo l’imbarazzo della scelta degli argomenti su cui porre attenzione: i vincenti, i “perdenti”, gli ultimi, le squadre dei paesi più sconosciuti, gli sport minori, gli sport maggiori, le gare, i partecipanti, i sostenitori, i coach.
Mi piace l’idea di fare un passo indietro rispetto al momento dell’evento sportivo, della gara e fare qualche riflessione su quello che fa arrivare gli atleti a questo immenso traguardo che è partecipare ai Giochi Olimpici.
Essere tra coloro che disputano le gare olimpiche è di per sé una vittoria!
Seguire come in uno schema di comparazione con quanto accade nello sport per giungere a questo traguardo e nella vita è quello che troverete di seguito.
Il primo passo per tutti gli atleti è stato la scelta della disciplina in cui competere: per alcuni è stato amore sin dal primo istante, per altri la ricerca dello sport in cui eccellere è stata più lunga.
Si è trattato quindi di trovare la propria Eccellenza.
Come nella vita la ricerca di ciò che ci distingue dal resto del mondo può essere veloce o lunga e può riguardare campi diversi, ma comunque per tutti c’è una tensione interiore verso il trovare ciò che ci distingue.
Fatto questo passo fondamentale arriva il momento di cominciare a lavorare su questa Eccellenza.
Per quanto ciascuno abbia un talento innato nessuno degli atleti olimpici è arrivato ad essere selezionato senza un duro lavoro quotidiano che lo ha portato a perfezionare, esaltare e fino a rendere impeccabili e praticamente automatici i gesti atletici con tutte le soluzioni e combinazioni possibili, in tutte le situazioni possibili sia ambientali che emozionali, di concentrazione.
Questo è quello che io definisco il vivere l’Eccellenza, è l’impegno costante quotidiano che porta una scintilla a diventare fuoco.
Nella vita accade ugualmente questo, o almeno è quello che ci si augura accada per consentire di raggiungere i risultati desiderati, per arrivare a costruire la vita personale, professionale, l’azienda che si desidera.
Per fare questi passi l’atleta non è mai solo, sono i suoi passi, ma è accompagnato, sostenuto seguito da una intera squadra: si tratta della famiglia, del gruppo di pari, della società sportiva a cui appartiene ma soprattutto da colui che è sempre al suo fianco, sul quale potrà contare in qualsiasi momento di progresso, di arresto fisico o mentale, di gloria, di difficoltà, di vittoria, o di sconfitta è il coach.
Nella vita quotidiana delle persone e in qualità di sistemi vivi anche delle aziende sempre più la figura del coach si sta affermando come punto di riferimento per il recupero di consapevolezza, lo sviluppo e il raggiungimento degli obiettivi. Un punto di riferimento che porta a trovare e vivere la propria Eccellenza.
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